La Nuova Tinaia
Oltre la riabilitazione
Già a partire dal 1959 al manicomio Vincenzo Chiarugi di Firenze si cercavano alternative terapeutiche legate alla creatività. Nel 1964 il medico psichiatra Franco Mori decise di trasformare un edificio adibito allo stoccaggio dei tini in un vero e proprio laboratorio di arti espressive, per sperimentare un nuovo rapporto operatore paziente, in un luogo lontano e scollegato dal reparto. Il laboratorio ebbe una breve battuta di arresto all’inizio degli anni settanta, ma grazie alla spinta del movimento anti psichiatrico i progetti ripresero subito forza. Grazie all’impegno di Giuliano Buccioni e Massimo Mensi il centro venne riaperto e oggi è un’ONLUS. La produzione del suo atelier e i risultati raggiunti dai pazienti sono straordinari, i ricavati delle vendite vanno per metà in tasca agli autori e quel che resta viene reinvestito nella gestione del centro e delle sue attività.
La Nuova Tinaia di Firenze racconta come l’arte terapia possa con forza penetrare la realtà artistica internazionale, fino ad essere qualcosa che vada oltre la riabilitazione e diventare strumento di affermazione individuale.
I rusultati: 120 mostre in ogni parte del mondo, 10 pazienti riconosciuti affermati a livello internazionale, decine d’opere esposte nei più importanti musei del settore e un archivio storico comprendente circa 10.000 pezzi; l’esperienza internazionale della Tinaia tocca luoghi come Buxelles, New York, Chicago, Tokio e collezioni dello spessore della Collection de l’Art Brut di Losanna, l’Aracine, Il Musèe d’Art Moderne di Villenueve-d’Ascq e l’Outsider Collection di Monica Kinley di Londra.