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Agosto 2009, mentre viaggio dall’aereoporto di Mwanza al mio albergo, noto un numero straordinario di abitazioni dipinte con i loghi delle multinazionali. CocaCola, Zantel, Tigo, Pepsi i più comuni. Chiedo informazioni al tassista e non mi sa dire. Decido di prenotarlo per il giorno successivo ed incontrare alcune delle persone che vivono in quelle case. La zona è povera, non siamo nel compound degli espatriati e nemmeno nei quartieri della classe media tanzana, siamo nell’immediata periferia, per lo più si tratta di persone che vivono alla giornata. 

Inizio a perlustrare il quartiere e la grande ospitalità dei tanzani fa il resto. Mi ritrovo a casa di Asha che mentre mi prepara un tè mi racconta come mai viva in una casa verde acido con il logo di una delle principali compagnie telefoniche del paese. Un funzionario dell’amministrazione locale le fece visita e le intimò di dipingere la casa che altrimenti le avrebbero abbattuto per motivi di decoro; se non avesse avuto i soldi ci avrebbero pensato alcune aziende offertesi spontaneamente per sostenere la popolazione povera durante necessari interventi di riqualificazione. Asha dovette accettare, firmò il contratto e in mezza giornata si ritrovò a vivere dentro un annuncio pubblicitario. In regalo le hanno lasciato i secchi della vernice che le servono per andare a prendere l’acqua al pozzo. La stessa sorte è toccata a un po’ a tutti quelli che vivono a vista della carreggiata, oltre ai soliti secchi, qualcuno ha ricevuto in regalo un orologio di plastica da appendere in casa, altri qualche bottiglia di CocaCola, Pepsi e, nel caso delle compagnie telefoniche, l’immancabile sim.

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